Centro di Neurochirurgia Endoscopica

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Apollo (Febo)

Secondo il poeta greco Esiodo (Teogonia, 918-20), senza dubbio, Apollo, dopo Zeus, è il dio più importante della mitologia greca. Ha l'aspetto di un giovane bellissimo, molto alto di statura; il corpo possente e robusto emana una luce intensa (per questo suo aspetto luminoso viene spesso identificato con il Sole). Il volto sereno è incorniciato da lunghi capelli neri e ricciuti che hanno riflessi d'argento e profumano soavemente. Spesso è nudo oppure indossa la clamide, un corto mantello affibiato sulla spalla destra. In mano tiene la cetra oppure l'arco, dalle spalle gli pende la faretra armata di frecce. Il mito di Apollo è legato a quello di Artemide (sorella gemella di lui), pur con le differenze sessuali, ed ha un carattere parallelo.
Latona, una dei Titani, sedotta da Zeus, pellegrinò a lungo sulla terra per sfuggire all'ira di Era; nessuno volle ospitarla, per timore della vendetta della tremenda dea. Finalmente giunse a uno scoglio errante sul mare, che la ospitò e, in prossimità del parto, si fissò al fondo marino con delle colonne, diventando così l'isola di Delo. Assistita, poi, dalla dea Iride, Latona, dopo un lungo e laborioso travaglio, partorì due gemelli: Apollo e Artemide.
Le due divinità hanno un che di misterioso e inavvicinabile che incute rispetto, entrambi munite di arco colpiscono da lontano e chi è colpito dai loro dardi muore senza soffrire.
Apollo rappresenta l'autocontrollo, l'autoconoscenza e il senso della misura. Nel suo tempio, a Delfi, stava scritto: Γνώθι σαυτόν, Conosci te stesso. Egli si occupa anche delle espiazioni, delle purificazioni, delle guarigioni (e come tale chiamato Αλεξίκακος, che allontana i mali) e tale compito gli rimane anche dopo avere dato le sue proprietà mediche al figlio Asclepio.
Apollo è anche un dio profetico, dio del giusto, della purezza (da qui il nome di Φοϊβος, splendente, Febo) ed anche della musica. Infatti è rappresentato con la lira a capo delle Muse.
Esso venne talvolta identificato anche con Elios, il dio del Sole, e veniva immaginato alla guida d'un carro d'oro, sfolgorante e infuocato, tirato da quattro cavalli candidi, che conduceva per il cielo.
Il centro del suo culto era Delfi, dove c'era anche il suo famoso oracolo, la Pizia, e dove, ogni quattro anni, si celebravano in suo onore i Giochi Pitici.
I romani lo venerarono come protettore della salute e come dio della divinazione. In suo onore celebravano i giochi detti Ludi Apollinares.

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