Centro di Neurochirurgia Endoscopica

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Galeno Claudio

Pergamo (129 d.C.) - Roma (199 d.C.)

GalenoClaudio Galeno nacque nel 129 d.C. a Pergamo (Asia Minore) durante l'impero di Adriano.
Suo padre Nicone, ricco architetto, lo spinse ad intraprendere gli studi di medicina in seguito ad un sogno premonitore. Galeno studiò dapprima filosofia, presso scuole diverse (platonica, peripatetica, stoica, epicurea, aristotelica). Dopo la morte del padre, Galeno completò i suoi studi a Smirne, a Corinto e poi ad Alessandria, dove studiò l'anatomia. Soggiornò in Egitto e nel 157 tornò a Pergamo dove ebbe l'incarico di medico dei gladiatori. Fu questa un'esperienza senza eguali ed estremamente formativa dal punto di vista pratico, dal momento che gli consentì di studiare da vicino le problematiche cliniche che un simile regime di vita comportava.

Fu a Roma nel 161 dove fu ben accolto alla corte di Marco Aurelio e dove si mise in luce per il suo metodo empirico e per le sue dissertazioni pubbliche. Fuggito da Roma a Pergamo, timoroso delle leggi imperiali che proibivano la dissezione dei cadaveri, vi tornò richiamato dallo stesso Marco Aurelio, che lo volle presso di sè durante la campagna bellica contro i Germani e che gli affidò il figlio Commodo, divenuto poi, nel 192, alla morte di Marco Aurelio, un feroce tiranno.

Galeno fu, senza dubbio, il più famoso e studiato medico dell'antichità, secondo solo ad Ippocrate. I suoi studi fecero testo per centinaia di anni e bisogna arrivare al XVI secolo, ad Andrea Vesalio, per averne la confutazione. [vedi anche in Storia della Neurochirurgia].
È da tener presente, tuttavia, a parziale discolpa di Galeno, che i suoi studi anatomici sono basati necessariamente su dissezioni animali in quanto, come già riportato, le leggi imperiali proibivano qualsivoglia tipo di studio su cadaveri umani.
Scrittore prolifico, fu autore di numerosissime opere in greco, in arabo, in ebraico, in siriaco e in latino, oltre quattrocento scritti suddivisibili in sette gruppi: anatomia, patologia, terapia, diagnostica e prognostica, commentari agli scritti ippocratici, filosofia e grammatica. Nel 192, a causa dell'incendio del tempio e della biblioteca della Pace, alcuni suoi libri andarono persi. A noi ne sono pervenuti 108.
Tra essi ricordiamo l'Ars medica, i Commenti alle opere di Ippocrate, il De temperamentis e il Methodus medendi, che riassume il metodo galenico e per lungo tempo costituì il testo fondamentale dell'insegnamento medico.

Dissezionando gli animali, Galeno confutò la precedente convinzione che i vasi sanguigni contenessero aria, dimostrando che essi in realtà contenevano sangue. Descrisse le valvole cardiache e notò che esistono differenze strutturali tra le arterie e le vene. Gli mancò la comprensione della circolazione ematica ma ritenne, invece, che il fegato fosse l'organo centrale del sistema vascolare e che il sangue fluisse in periferia per formare carne.
In fisiologia, Galeno collegò il rene alla produzione di urina (legando gli ureteri di cani o maiali vivi) anche se non ne comprese appieno il funzionamento ed intuì che lo sbocco obliquo degli ureteri nella vescica aveva la funzione di evitare il reflusso di urina dalla vescica ai reni.
Nelle malattie, a differenza di Ippocrate, Galeno valorizzò la perturbazione locale, cioé quella dei singoli organi. Per il resto, assimilò e ripropose le tesi ippocratiche, compresa quella degli umori e del pneuma o essenza o spirito della vita, ma ne distinse tre parti: animale, con sede nel cervello, vitale con sede nel cuore, naturale con sede nel fegato e nelle vene.

Morì a Roma nel 199, anche se, secondo la tradizione araba, sarebbe morto dopo il 210, durante un viaggio, probabilmente per tornare in patria.

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