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Sir Victor Horsley
Londra (1857) - Mesopotamia (1916)
Victor Horsley nacque a Kensington, Londra, nel 1857. Suo padre, John Callcot Horsley, era un rinomato artista londinese e membro della Royal Academy. Come pittore che riscuoteva un notevole successo nella puritana Londra vittoriana per il suo strenuo rifiuto di servirsi di modelle ignude nelle sue produzioni artistiche.
Victor si trasferì ben presto nella casa di campagna di suo padre, vicino a Cranbrook nel Kent, e frequentò la scuola elisabettiana di quel paese. Iscritto, poi, a Londra all'Università, dalla quale ottenne la laurea nel 1881. I brillanti studi compiuti gli valsero il riconoscimento della Medaglia d'oro in Chirurgia. Victor completò gli studi nella sua Università e venne successivamente designato come medico consulente nell'Ospedale Universitario e nel National Hospital for the Paralysed and Epileptics, sito a Londra, in Queen Square.
Victor Horsley è ritenuto unanimemente uno dei fondatori della neurochirurgia britannica. Infatti, nel XIX secolo, la neurochirurgia moderna moveva i sui primi passi, dopo essersi limitata, fin dai tempi antichi e per tutto il medioevo, ad interventi di trapanazione cranica. Nel 1884, Horsley approda al Brown Institution dell'Università di Londra ed inizia un intenso lavoro di ricerca sulla localizzazione delle funzioni cerebrali, molto di moda in quelli anni. Nello stesso 1884 Horsley dimostra che l'ablazione della tiroide provoca mixedema. Studia le funzionalità dell'ipofisi, effettauando anche la prima ipofisectomia nel 1886. L'anno successivo esegue il primo intervento di rimozione di un tumore extradurale della colonna con guarigione completa del paziente paraplegico. Esegue, nel 1891, un intervento di asportazione del ganglio di Gasser in un paziente con nevralgia trigeminale utilizzando un approccio temporale.
Horsley è anche ritenuto il pioniere della moderna neurochirurgia dell'epilessia. Infatti, nel 1886, aveva sottoposto ad intervento di asportazione del focus epilettogeno corticale, che aveva individuato mediante la risposta a stimolazione corticale con correnti faradiche, tre pazienti portatori di epilessia parziale; l'esperienza fu pubblica su Brain lo stesso anno.
Per ridurre sperimentalmente il sanguinamento dell'osso durante gli interventi di apertura della volta cranica, ideò, poi, l'uso della cera d'api. Nella pratica clinica, poi, utilizzò una miscela costituita da 7 parti di cera vergine d'api e una parte di olio di mandorle. Questo impasto è tutt'oggi noto come cera di Horsley.
Uno dei meriti che la storia della medicina attribuisce a sir Victor Horsley è quello di essere stato l'inventore della chirurgia stereotassica. In realtà, il merito fu di avere nel suo staff un allievo come Robert Henry Clarke, insieme la quale ideò un apparato destinato a studiare le funzioni cerebellari nelle scimmie. In una pubblicazione del 1906 i due ricercatori riportavano: « con questo sistema, ogni millimetro cubo del cervello può essere studiato e registrato ». In una storica pubblicazione del 1908, Horsley e Clarke descrivevano, poi, compiutamente l'apparecchio, gli atlanti ed i metodi utilizzati.
Il dispositivo era basato sulla riproducibilità dei rapporti tra i reperi cranici (canali uditivi esterni, bordi orbitario inferiori e piano mediano) e strutture anatomiche del cervello, negli animali da esperimento. I punti di repere cranici stabilivano le linee basali su cui costruire un sistema tridimensionale di coordinate cartesiane. Ogni punto all'interno di queste linee, cioé, del cranio, poteva essere rapportato a ben precisi punti sul piano delle x, delle y e delle z.
Clarke suggerì a Sir Horsley la possibile utilizzazione anche clinica dell'apparecchiatura. La risposta irridente di Horsley a questa idea, da quel che si dice, pose fine alla loro proficua amicizia.
Dal punto di vista umano, coltivò una vera passione per la politica e la sociologia tanto da abbandonare per esse precocemente l'attività chirurgica. Fu uno strenuo sostenitore del voto alle donne e tenace oppositore dell'uso di alcool e del fumo, sostenendo che l'ingestione di alcool più che l'esposizione al sole in sè era causa di infarto.
Parole profetiche, almeno per lui, che di infarto morì nel 1916, sotto il sole della Mesopotamia, mentre prestava servizio nel come Medico Militare nella Royal Army in Mesopotamia, dove fu sepolto, nella città di Amara, con tutti gli onori militari.