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Joseph Babinski
Parigi (1857) - Parigi (1932)
Joseph Jule François Félix Babinski nacque a Parigi il 17 Novembre 1857.
Figlio di un ingegnere polacco fuggito da Varsavia con la moglie per sfuggire alla repressione russa. Il giovane Joseph, di indole forte ma docile, ma tuttavia accesa e appassionata, quando stimolata, crebbe nel quartiere di Montparnasse. Si dice che soffrisse di una neurosi costituzionale e è concepibile che un qualche elemento ossessivo abbia concorso a quella sua ricerca così tenace di ogni possibile devianza nello stato neurologico.
Si iscrisse alla Scuola di Medicina dell'Università di Parigi, divenendo ben presto allievo del Prof. Charcot, cattedratico di Neurologia, all'Ospedale la Salpêtrière. Costui si rese ben presto conto delle capacità del suo allievo e ne fece il suo studente preferito. Nel 1884 Babinski si laureò in Medicina con una tesi, di eccezionale qualità, sulla sclerosi multipla e sei anni dopo, nel 1880, divenne Medico degli Ospedali parigini.
Babinski, sotto la protezione di Charcot, sembrava destinato ad una importante carriera accademica, ma così non fu e non per suo demerito. A mettergli i bastoni fra le ruote fu Bouchard, professore di medicina, che era stato allievo di Charcot e che Charcot stesso aveva contribuito a mettere in cattedra, ma poi, come spesso purtroppo succede, era divenuto suo nemico, tanto da istituire una propria scuola.
Charcot avrebbe desiderato che il suo pupillo, Joseph Babinski, gli succedesse nella Cattedra di Neurologia. Al concorso per la nomina di Professeur agreégé, equivalente al nostro Professore Associato, Bouchard agì con manovre sottobanco per far perdere Babinski, che era fortemente supportato da Charcot, e vincere un bravo neurologo, certo degno della miglior fama, ma altrettanto certamente privo della stoffa di Babinski: Fulgence Raymond. Babinski, in tal modo, si trovava precluso anche il successivo e più ambizioso traguardo di Professeur de la chair, cioè titolare della Cattedra.
La definitiva parola fine fu apposta dalla sopravvenuta morte di Charcot nel 1893, che lasciò senza protezioni importanti Babinski. Egli, perciò, decise di non partecipare più ad alcun concorso accademico. Divenne, invece, di lì a poco, nel 1895, primario all' Hôpital de la Pitié di Parigi, dove lavorò fino al 1922, anno del suo ritiro.
Paradossalmente, dalle sfortunate vicende accademiche di Babinski trasse beneficio la Neurologia francese. Non legato dai lacciuoli della vita accademica e della didattica, Babinski fu libero di crearsi una sua Scuola e di dedicarsi completamente alla clinica. In questa fu veramente sublime maestro, e si fidò completamente di essa per la diagnosi, senza la dipendenza dagli esami strumentali, neuropatologici o di laboratorio, ai quali soventemente ricorrevano, invece, i suoi colleghi.
In Clinica Babinski era silenzioso e taciturno, durante il suo minuzioso esame neurologico di solito non profferiva verbo, spesso neanche dopo. Era dotato di un potere di osservazione eccezionale al quale si accoppiava un'analisi esaustiva della sintomatologia neurologica.
All'inizio del XX secolo, Babinski descrisse la sindrome adiposo-genitale, che l'anno dopo venne confermata da Frölich, e che prese poi il nome di sindrome di Babinski-Frölich. L'anno dopo affermò l'origine centrale del riflesso di Argyll-Robertson nella paziente neuroluetico. Nel 1902 descrisse con Jean Nageotte il complesso sintomatologico da lesione della parte postero-laterale del ponte (sindrome di Babinski-Nageotte). In campo sintomatologico descrisse l'atassia e la disdiadococinesia come sintomi legati ad alterazioni della funzionalità cerebellare.
Babinski si interessò anche di una problematica molto viva a quei tempi: la patogenesi dell'isteria. Egli fu il primo che stabilì i criteri per la diagnosi differenziale tra l'isteria e le malattie organiche
Nel 1896, alla Riunione della Société de Biologie Française presentò, con una relazione di sole 26 righe, quello che lui chiamò « phenoméne des orteils » [letteralmente: fenomeno delle dita dei piedi] ma che il mondo conobbe come riflesso di Babinski o segno di Babinski o riflesso plantare: estensione dell'alluce ed, accessoriamente, delle quattro dita dei piedi, dopo stimolazione della pianta del piede, che normalmente induce flessione. Questo segno è in rapporto a lesioni del fascio piramidale. Successivamente, nel 1903, Babinski pubblicò la relazione completa di questo segno e anche di quello, detto "del ventaglio" che spesso si associa al primo.
In tutta onestà il "segno" era stato scoperto fisicamente tre anni prima da Ernst Julius Remak, ma si deve indubbiamente a Babinski l'averne compresa l'importanza diagnostica.
Ma certamente uno dei più grandi contributi di Joseph Babinski alla scienza fu l'impulso che diede alla rinascita della neurochirurgia in Francia. Non a caso, sei giorni prima della sua morte, rispondendo ad un suo carissimo amico che aveva affermato l'esser il suo "segno" la cosa che di lui si sarebbe maggiormente ricordata, rispose: «Sì, certo, il "segno" sarà ricordato. Ma questo non è stato il mio maggior contributo. È stato mostrare la strada a Martel e a Vincent »
I fatti. Dopo il primo brillante intervento di Horsley nel 1887 di estirpazione di un tumore midollare, numerosi altri tentativi erano stati tentati ma la maggior parte si era risolta in un insuccesso a causa di errori nel livello di laminectomia. Nel 1910 Babinski dimostrò che un accurato esame della sensibilità poteva portare a localizzare con precisione il punto dove intervenire. L'anno successivo mandò a Horsley un suo paziente con tumore midollare; poi, per comodità, si servì di un chirurgo francese, Paul Lecéne, ma questi non si mostrò ai suoi occhi sufficientemente abile. Vincent Clovis, un suo studente, gli fece conoscere Thierry de Martel, un chirurgo, nato a Marsiglia nel 1876, che era già noto come ginecologo e chirurgo del sistema nervoso, avendo inventato uno strumento ingegnoso per la trapanazione cranica (morirà, suicida, nel 1940, al momento dell'ingresso in Parigi delle truppe tedesche). Thierry de Martel si disse ben disposto ad operare i prossimi pazienti di Babinski con diagnosi di sospetto tumore midollare. Il suo terzo caso fu così operato da Martel, verso la fine del 1911, di asportazione di un tumore midollare, esattamente là dove Babinski lo aveva localizzato. La fama della bravura di Thierry de Martel, divenuto il neurochirurgo di Babinski, si sparse e ben presto anche gli altri neurologi, come Pierre-Marie, Théophile Alajouanine, Jacques Jean Lehermitte, ed altri mandarono a lui i loro pazienti suscettibili di trattamento chirurgico.
Vincent Clovis, allievo di Babinski, diventerà lui pure un famoso neurochirurgo.
Joseph Babinski è certamente uno dei più grandi talenti della Medicina che, insieme ad altri illustri alfieri della Neurologia come Pierre-Marie, Charcot, Bernard, Dejerine, Alajouanine, e molti altri, suoi contemporanei, determinarono quella straordinaria epoca della Neurologia che fu quella a cavallo del XIX e XX secolo e che fece di Parigi e dell'Hôpital de la Salpêtrière un centro unico di eccellenza.
La sua produzione scientifica è espressa in circa 300 tra pubblicazioni e monografie. Innumerevoli le onorificenze e i consensi che gli piovvero da ogni parte. Con altri neurologi illustri fondò la Société de Neurologie de Paris
Nel 1922 si ritirò dalla attività. Negli ultimi anni si ammalò di Parkinson. Morì a Parigi, il 29 Ottobre 1932.