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Marco Tullio Cicerone (106 - 43 a.C.)
Marco Tullio Cicerone nacque nel 106 a.C. ad Arpino, nei pressi dell'attuale Frosinone, da agiata famiglia equestre; compì gli studi di retorica e di filosofia a Roma e iniziò a frequentare il foro sotto la guida del grande oratore Lucio Licinio Crasso e dei due Scevola. Strinse con Tito Pomponio Attico un'amicizia destinata a durare per tutta la vita. Nell'81, o forse anche prima, debuttò come avvocato e nell'80 difese la causa di Sesto Roscio (accusato di parricidio) che lo mise in conflitto con autorevoli esponenti del regime sillano.
Tra il 79 e il 77 si allontanò da Roma (forse per paura di rappresaglie dopo il grande successo della sua orazione a difesa di Roscio) ed effettuò un lungo viaggio in Grecia e in Asia dove studiò la filosofia e, sotto la guida di Molone di Rodi, la retorica. Al ritorno sposò Terenzia, dalla quale nacquero Tullia e Marco. Nel 75 fu questore di Sicilia e nel 70 sostenne trionfalmente l'accusa dei Siciliani contro l'ex governatore Verre, accusato di truffa e di empietà; con questa esperienza Cicerone si guadagnò fama di oratore principe.
Nel 69 fu edile, nel 66 pretore e nel 63 fu eletto console e soffocò in modo duro la congiura di Catilina, che aveva cercato di salire al potere in modo illegale e di stravolgere la res publica. In questa occasione compose quattro orazioni famosissime dette Catilinarie. Nel 58 dovette recarsi in esilio, con l'accusa di aver messo a morte senza processo i complici di Catilina e la sua casa venne rasa al suolo. Richiamato a Roma, vi rientrò trionfalmente nel 57.
Nel 52 Clodio, acerrimo nemico di Cicerone, rimase ucciso. Milone, diretto rivale di Clodio, fu accusato del delitto e Cicerone ne assunse le difese componendo la Pro Milone, una delle sue orazioni più conosciute. Nel 51 fu governatore di Cilicia , pur avendo accettato a malincuore di allontanarsi da Roma.
Nel 44, dopo l' assassinio di Cesare, tornò alla vita politica e cominciò la lotta contro Antonio; pronunciò le Filippiche (in totale 18) per indurre il senato a dichiarargli guerra e a dichiararlo nemico pubblico. Ma la manovra politica di Cicerone era destinata a fallire. Dopo il voltafaccia di Ottaviano, che, abbandonata la causa del senato, aveva concluso un triumvirato con Antonio e Lepido, il nome di Cicerone fu inserito nelle liste di proscrizione e, il 7 dicembre del 43 a.C., l'oratore, che aveva tentato di fuggire da Roma, venne raggiunto dai sicari presso Formia, dove l'oratore possedeva una villa, e ucciso ai primi di dicembre del 43: la sua testa e le sue mani furono esposte a Roma, nel Foro, ai Rostri, il luogo dove solitamente parlavano gli oratori.
Marco Tullio Cicerone è senza dubbio il più grande esponente dell'oratoria romana e, con Virgilio e Lucrezio, la figura più rappresentativa della letteratura latina, l'ultimo grande figura (forse la più grande) dell'antica repubblica romana.